Nel 1502 il sultano Bayezid II, in quella che forse fu una delle prime gare di progettazione della storia, ricevette da Leonardo da Vinci il progetto di quello che sarebbe stato, all’epoca, il ponte a campata unica più lungo del mondo.
I ricercatori del MIT hanno ricostruito il modello in scala del ponte ideato da Leonardo da Vinci per collegare Istanbul alla vicina città di Galata al fine di verificarne la fattibilità tecnica.
Il ponte di Leonardo: la storia
La caduta di Milano per mano dei francesi di Luigi XII avvenuta il 6 ottobre 1499 costrinse Leonardo ad un periodo di viaggi e peregrinazioni che lo condussero a visitare varie città e corti e, probabilmente, ad entrare in contatto con alcuni mercanti ottomani.
In quegli anni il sultano Bayezid II, sovrano di Istanbul, andò alla ricerca dei migliori progettisti dell’epoca perché voleva realizzare un ponte fisso che collegasse Istanbul alla città di Galata. Si trattava di una scelta strategica in quanto Galata, che era stata colonia della Repubblica di Genova, rappresentava un punto di riferimento, di passaggio e di scambio merci.
Il punto di incontro con il genio di Leonardo potrebbe essere proprio la città ligure. Negli archivi del palazzo del sovrano, infatti, è stata rinvenuta una lettera inviata da Genova, autenticata solo nel 1952, a firma di Leonardo in cui veniva descritto il ponte anche con schizzi e disegni.
Il sultano indisse una vera e propria gara di progettazione rivolgendosi ai migliori progettisti del tempo. “Cercò dove poteva trovare le migliori competenze, fiorite soprattutto in età rinascimentale proprio in Italia” – Il ponte di Istanbul, Gabriella Airaldi.
Il progetto, tuttavia, non piacque a Bayezid II nonostante le rassicurazioni di Leonardo che sarebbe stato abbastanza alto “che una nave possa passarci sotto a vele spiegate” e pare che, successivamente, si sia rivolto anche a Michelangelo.
Un’opera avveniristica per l’epoca
All’epoca i ponti erano per lo più realizzati in muratura con archi semicircolari. Leonardo stravolse completamente il concetto strutturale ideando un ponte a campata unica lunga quasi 300 metri costituita da un arco ribassato (comunque alto almeno 30 metri per consentire il passaggio delle navi) ed appoggi ad Y per aumentarne la stabilità.

Leonardo, nella lettera inviata al sultano, non indicò con quale materiale avrebbe voluto realizzare il ponte ma, presumibilmente, si sarebbe dovuto realizzare in pietra senza malta o cerniere ma solo a gravità secondo la tecnica costruttiva dei ponti romani ben nota all’epoca.
Ma la vera intuizione sta nell’aver pensato a dei basamenti allargati ad Y con doppio sostegno a coda di rondine, in grado di dare una maggiore stabilità nei confronti delle spinte orizzontali.
Una volta ultimato, il ponte avrebbe misurato 280 metri di lunghezza e sarebbe stato almeno 10 volte più lungo rispetto alle medie dei ponti realizzati in quel periodo.
La prova del MIT
Autori dello studio sono stati i ricercatori del Massachussetts Institute of Technology Karly Bast e Michelle Xie insieme al professore di ingegneria John Ochsendorf.
Questi i risultati dello studio.
Dopo una prima fase teorica di analisi dei documenti disponibili, dei materiali e delle principali tecnologie costruttive disponibili all’epoca, oltre alle caratteristiche geologiche del sito, il team ha costruito un modello in scala 1:500 del ponte servendosi di 126 blocchi realizzati con una stampante 3D.

Il modello è stato sottoposto a test di laboratorio che ne hanno dimostrato stabilità e resistenza non solo ai carichi verticali ma anche alle spinte orizzontali corrispondenti ad un evento sismico.
Piccola curiosità.
Il progetto di Leonardo è stato utilizzato nel 2011 in Norvegia per la realizzazione di quello che è stato ribattezzato il ponte “Mona Lisa”.